Ogni artista è un mondo, e in quello
di Alfonso Lentini io entro volentieri, affascinato da un linguaggio prensile e
vivo che non conosce banalità.
Sono certo che il suo impegno e la
sua serietà d'artista saranno premiati anche questa volta dal pubblico che
giustamente lo segue con l'interesse che merita la sua ricerca.
«L’arte è
cannibale, mangia se stessa e mangia anche il mondo. Lavoro spesso con oggetti
sottratti alla quotidianità, materiali di recupero, pezzi di mondo su cui
intervengo per provocare mutamenti di senso e di prospettiva. E siccome
l’elemento distintivo di noi umani è la parola, provo a far interagire questi
pezzi di mondo con pezzi di parole, sperimentando un uso materico della
scrittura, un po’ come è adombrato nel celebre “Indovinello veronese” del XIII
secolo, una delle più antiche testimonianze della lingua italiana, dove
l’azione dello scrivere è paragonata al duro lavoro fisico di un contadino che
ara i campi. La scrittura, in quelle che chiamo “poesie oggettuali”, diventa
gesto, sedimento dell’esistenza, indica la volontà di incidere un solco,
lasciare una traccia biologica di ciò che siamo, un graffio diverso.
Tutto
questo implica un atteggiamento “polemico” verso la realtà così com’è, vuol
essere un invito alla trasformazione, a smascherare le mistificazioni
percettive, dunque uno stimolo a sviluppare strumenti critici a tutto campo.»
Alfonso
Lentini, da un’intervista pubblcata nella rivista Il Grandevetro (settembre-dicembre 2012)
Alfonso
Lentini, nato in Sicilia nel 1951, vive a Belluno dalla fine degli anni
Settanta.
Laureato in filosofia, ha insegnato
letteratura italiana e storia. Si occupa di scrittura e di arti visive.
La sua
prima personale risale al 1976. Nelle sue mostre e installazioni tenute in
Italia e all’estero propone “poesie oggettuali”, libri-oggetto, libri d’artista
e in generale opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua
dimensione materiale e gestuale. Nell’ambito di progetti collettivi sulla
poesia curati da Marco Nereo Rotelli e Caterina Davinio, ha partecipato due
volte alla Biennale di Venezia. Sue opere figurano in musei, archivi,
collezioni pubbliche e private.
Fra i suoi libri, due sono stati
pubblicati dalle edizioni Stampa Alternativa (“Piccolo inventario degli specchi” e “Un bellunese di Patagonia”). Con il romanzo “Cento madri” (Foschi, 2009) ha vinto il premio letterario “Città di
Forlì”. Il suo volume più recente è “Luminosa
signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia” (Pagliai, 2011). A cura della rivista online “La
recherche” (http://www.larecherche.it/), ha pubblicato - in e-book scaricabile
gratuitamente - la raccolta poetica “Il
morso delle cose” (opera finalista alla XXIII edizione del Premio Montano)
della quale questa mostra replica il titolo.
Insieme ad Aurelio Fort è autore del
progetto artistico internazionale "Resistere per Ri/esistere" culminato il 25
aprile 2013 con un’installazione urbana nel centro di Belluno.
Biblioteca Civica
via
Mangiarotti, 3
32100 Ponte
nelle Alpi
tel.
043799214
biblioteca@pna.bl.it
31 maggio –
14 giugno 2013
inaugurazione:
venerdì 31
maggio ore 18.00
Grande Alfonso!
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