In questo blog intendo offrire una documentazione sulla mia attività nel campo della scrittura e delle arti visive.

Il titolo, La riga delfina, è riferito all'incipit di una mia poesia ("Mio minimo oceano di croci") il cui testo si può leggere in una delle "pagine" qui accanto.


venerdì 13 dicembre 2013





Polo Bibliotecario Feltrino
"Panfilo Castaldi"
Feltre


MICROCOSMI POETICI
mostra personale di Alfonso Lentini
a cura di Giovanni Trimeri
20 dicembre 2013 – 20 febbraio 2014
inaugurazione:
venerdì 20 dicembre ore 18.00




«Sotto le mie mani e nella mia pressa meccanica periscono libri preziosi e io non posso impedire questo flusso e corso. Non sono nulla più che un tenero macellaio. I libri mi hanno insegnato il gusto e la gioia della devastazione, io amo i nubifragi e le squadre di demolizione».

(Bohumil Hrabal, “Una solitudine troppo rumorosa")



I microcosmi poetici di Alfonso Lentini

«
Negli anni '60 del secolo scorso, in particolare, vi sono stati numerosi artisti che hanno iniziato sistematicamente a "dissacrare il libro", a negarlo per poi riprogettarlo e ricostruirlo come una summa artistica in cui far confluire la scrittura, il disegno, il collage, la pittura e l' installazione. L'intento era quello di realizzare qualcosa di nuovo, nel senso di "altro", di rivoluzionario, di difficile, ma nello stesso tempo, più intrigante, più evocativo e ricco di rinvii e significati. Ecco, quindi, un unicum originale, irripetibile, dove la forma della scrittura, la forma del libro, in poche parole, la forma artistica più consolidata è divenuta qualcosa di nuovo rispetto alle sue origini, è andata oltre. 
Alfonso Lentini, con radici artistiche nella lezione di quelle avanguardie, con la sensibilità di poeta e scrittore che sa mediare tra le varie espressioni letterarie ed artistiche, mantenendo un fermo rigore nella continua ricerca, con l'assemblaggio di materiali che già hanno un loro vissuto, objets trouvés poveri, eppure mai banali o scontati, con la cura cromatica e compositiva e il recupero della scrittura come frammento visuale significante (quindi lontano da effetti decorativi...), elabora ed assembla dei microcosmi poetici del tutto originali. In essi emerge in primis l'equilibrio con cui l'artista organizza la complessità della sua opera, la convivenza e il significato di più elementi/frammenti, rigenerando questi ultimi in nuovo contesto tridimensionale. È la riorganizzazione/ripensamento del vissuto con il suo insegnamento, l'evocazione della poesia e della pittura assieme, ma è anche la metafora della stratificazione e della fluidità della nostra vita, la sua continua mutevolezza, il suo frantumarsi e nuovamente cercare ancoraggi per ricostruirsi. Questo lavoro rappresenta l'aspirazione a nuovi habitat per emozioni che vanno oltre lo sguardo fuggevole e testimonia la volontà di creare un universo di persistenza di ideali forti, dell'arte e della vita, entro il quale deve agire e reagire la sensibilità di chi guarda l'opera. Di fronte alle installazioni, in cui Lentini spesso fa convergere più opere, ci troviamo ad entrare in un universo poetico che, da piccolo museo personale,  si sviluppa in un labirinto costituito da echi del linguaggio, delle forme e dei colori. 
Nel lavoro di Alfonso Lentini è fondamentale l'aspetto progettuale e, in esso, prevale la potenzialità di ciascuna singola opera di porsi come parte di un progetto ampio. Da qui l'idea di un microcosmo che viene a comporre un macrocosmo nelle installazioni complesse ed articolate, di cui si diceva sopra. È una progettualità dettata da assonanze e coincidenze, una tensione continua scaturita dalla volontà di porre in armonia  elementi  significanti e intriganti.
Le opere di Lentini vanno oltre la poesia visiva e il libro d'artista in quanto assommano le caratteristiche di queste espressioni per approdare a lavori che possiamo definire oggetti poetici, microcosmi di poesia che nobilitano materiali poveri, frammenti di alfabeti e di scrittura, di arte e di cultura, lacerti di memoria. Così Lentini circoscrive l'area del suo lavoro artistico nutrito di solarità mediterranea nei colori e delle  frasi mozzate dell'entusiasmo, della foga o della fatica di vivere, dei resti di quanto il flusso e riflusso del nostro vivere quotidiano fanno arrivare nel suo studio d'artista. Sono opere di un tempo di crisi che si rinsaldano nella ferrea concezione dell'arte come resistenza, come necessità di persistenza a testimoniare l'aspirazione dell'uomo alla creatività, alla ricerca. E ricerca è anche libertà. Infine, credo che nell'armonia dell'interazione delle espressioni artistiche che caratterizza le opere di Alfonso Lentini, dobbiamo leggere l'invito all'armonia tra le genti, tra le culture e in noi stessi».

Giovanni Trimeri


Alfonso Lentini, nato in Sicilia nel 1951, vive a Belluno dalla fine degli anni Settanta.
Laureato in filosofia, si è formato nel clima delle neoavanguardie del Secondo Novecento. Ha insegnato letteratura italiana e storia. Si occupa di scrittura e di arti visive, sconfinando talvolta nei territori della poesia.
La sua prima personale risale al 1976. Nelle sue mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero propone opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e gestuale. Insieme ad Aurelio Fort è autore del progetto artistico internazionale “Resistere per Ri/esistere” culminato il 25 aprile 2013 con un’installazione urbana per le vie e le piazze di Belluno.
Fra i suoi libri, due sono stati pubblicati dalle edizioni Stampa Alternativa (“Piccolo inventario degli specchi” e “Un bellunese di Patagonia”). Con il romanzo “Cento madri” (Foschi, 2009) ha vinto il premio letterario “Città di Forlì”. Il suo volume più recente è “Luminosa signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia” (Pagliai, 2011).


Salita Ramponi, 6 Feltre (BL)
Info: tel 0439 885244 - biblioteca@comune.feltre.bl.it


La mostra si potrà visitare sino al 20 febbraio 2014 con i seguenti orari:
LUN 14.00 - 18.00; MAR 9.00 - 12.00 e 14.00 - 18.00; MER 9.00 - 12.00 e 14.00 - 18.00; GIO 14.00 - 18.00; VEN 9.00 - 12.00 e 14.00 - 18.00; SAB 9.00 - 12.00.
 


sabato 28 settembre 2013





mostra personale di 
Alfonso Lentini
a “Libri in Cantina” (Susegana, 5-6 ottobre 2013)


Nell’ambito della manifestazione “Libri in Cantina”, mostra nazionale della piccola e media editoria che si svolge a Susegana (Treviso), l’artista e scrittore Alfonso Lentini presenta una mostra personale intitolata “Scrivimi: libri d’artista e poesie oggettuali”.
La mostra si svolgerà, contemporaneamente agli altri eventi in programma, presso lo spazio espositivo del Municipio (in Piazza Martiri della Libertà) nei giorni 5 e 6 ottobre 2013 e sarà visitabile dalle ore 10,30 alle 19.00.
Domenica 6 ottobre alle ore 11.00, l’autore converserà con Roberto Da Re Giustiniani e col pubblico presente.
In sintonia con lo spirito dell’iniziativa che tende a valorizzare i libri e la scrittura, Lentini espone in questa nuova mostra i suoi libri oggetto, libri d’artista e “poesie oggettuali”, alcuni dei quali realizzati appositamente.

Su Alfonso Lentini così si è espresso Emilio Isgrò, figura storica delle neoavanguardie italiane: «Ogni artista è un mondo, e in quello di Alfonso Lentini io entro volentieri, affascinato da un linguaggio prensile e vivo che non conosce banalità».

E così, in una recente intervista pubblicata sul sito del progetto californiano "Naked Truths" l’autore parla della sua ricerca artistica: «Le cose “mordono” le parole, incalzano dietro la scrittura e noi umani le percepiamo attribuendo ad esse una sostanza alfabetica. In particolare per quanto riguarda la mia ricerca artistica, lavoro con l’intento di dar “corpo fisico” alla parola, esplorandone la natura materica, gestuale, oggettuale. Le mie sperimentazioni tendono allo sbilanciamento, ricercano un diverso equilibrio fra la parola e i corpi e intendono rappresentare la parola come oggetto fra gli oggetti. Ma questo insistere sulla scrittura come azione fisica non ha mai voluto essere, nel mio caso, una pura esaltazione della forma o della crosta esteriore della parola. Al contrario, ho voluto avviare una riflessione sulla “forza”, ma anche sulla “debolezza” della parola, senza mai perderne di vista la centralità».

Alfonso Lentini, nato in Sicilia nel 1951, vive a Belluno dalla fine degli anni Settanta.
Laureato in filosofia, si è formato nel clima delle neoavanguardie del Secondo Novecento. Ha insegnato letteratura italiana e storia.
Si occupa di scrittura e di arti visive, sconfinando talvolta nei territori della poesia.
La sua prima personale risale al 1976. Nelle sue mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero propone opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e gestuale. Insieme ad Aurelio Fort è autore del progetto artistico internazionale “Resistere per Ri/esistere” culminato il 25 aprile 2013 con un’installazione urbana per le vie e le piazze di Belluno.
Fra i suoi libri, due sono stati pubblicati dalle edizioni Stampa Alternativa (“Piccolo inventario degli specchi” e “Un bellunese di Patagonia”). Con il romanzo “Cento madri” (Foschi, 2009) ha vinto il premio letterario “Città di Forlì”. Il suo volume più recente è “Luminosa signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia” (Pagliai, 2011).

info:

Ufficio Cultura del Comune di Susegana, tel. 0438 437456 - 437459

alfonso lentini: alea.len.gri@libero.it  - http://alfonsolentini.blogspot.com/

sabato 1 giugno 2013



Comune di Ponte nelle Alpi
Biblioteca Civica

mostra personale di
Alfonso Lentini

Alle ore 18 di venerdì 31 maggio 2013, negli spazi espositivi della Biblioteca Civica di Ponte nelle Alpi, sarà inaugurata la mostra personale di Alfonso Lentini “Il morso delle cose”.
L’esposizione, che sarà visitabile sino al 14 giugno, ha avuto il prestigioso avallo di Emilio Isgrò, figura storica delle neoavanguardie italiane del Secondo Novecento, che così si esprime: «Ogni artista è un mondo, e in quello di Alfonso Lentini io entro volentieri, affascinato da un linguaggio prensile e vivo che non conosce banalità. Sono certo che il suo impegno e la sua serietà d'artista saranno premiati anche questa volta dal pubblico che giustamente lo segue con l'interesse che merita la sua ricerca.»
Alfonso Lentini presenta in questa mostra alcuni esempi della sua recente produzione che si muove da anni nel campo dell’oggettualizzazione della scrittura in interazione con pezzi di realtà. Il “morso delle cose” rappresenta in questo senso un possibile punto di tangenza fra le parole e gli oggetti e mette in campo una riflessione sul rapporto che li tiene problematicamente insieme.
«L’arte – dice infatti Lentini in una recente intervista – è cannibale, mangia se stessa e mangia anche il mondo. Lavoro spesso con oggetti sottratti alla quotidianità, materiali di recupero, pezzi di mondo su cui intervengo per provocare mutamenti di senso e di prospettiva. E siccome l’elemento distintivo di noi umani è la parola, provo a far interagire questi pezzi di mondo con pezzi di parole, sperimentando un uso materico della scrittura, un po’ come è adombrato nel celebre “Indovinello veronese” del XIII secolo, una delle più antiche testimonianze della lingua italiana, dove l’azione dello scrivere è paragonata al duro lavoro fisico di un contadino che ara i campi. La scrittura, in quelle che chiamo “poesie oggettuali”, diventa gesto, sedimento dell’esistenza, indica la volontà di incidere un solco, lasciare una traccia biologica di ciò che siamo, un graffio diverso. Tutto questo implica un atteggiamento “polemico” verso la realtà così com’è, vuol essere un invito alla trasformazione, a smascherare le mistificazioni percettive, dunque uno stimolo a sviluppare strumenti critici a tutto campo.»

Alfonso Lentini, nato in Sicilia nel 1951, vive a Belluno dalla fine degli anni Settanta.
Laureato in filosofia, ha insegnato letteratura italiana e storia. Si occupa di scrittura e di arti visive.
La sua prima personale risale al 1976. Nelle sue mostre e installazioni tenute in Italia e all’estero propone “poesie oggettuali”, libri-oggetto, libri d’artista e in generale opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e gestuale. Nell’ambito di progetti collettivi sulla poesia curati da Marco Nereo Rotelli e Caterina Davinio, ha partecipato due volte alla Biennale di Venezia. Sue opere figurano in musei, archivi, collezioni pubbliche e private.
Fra i suoi libri, due sono stati pubblicati dalle edizioni Stampa Alternativa (“Piccolo inventario degli specchi” e “Un bellunese di Patagonia”). Con il romanzo “Cento madri” (Foschi, 2009) ha vinto il premio letterario “Città di Forlì”. Il suo volume più recente è “Luminosa signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia” (Pagliai, 2011). A cura della rivista online “La recherche” (http://www.larecherche.it/), ha pubblicato - in e-book scaricabile gratuitamente - la raccolta poetica “Il morso delle cose” (opera finalista alla XXIII edizione del Premio Montano) della quale questa mostra replica il titolo.
Insieme ad Aurelio Fort è autore del progetto artistico internazionale "Resistere per Ri/esistere" culminato il 25 aprile 2013 con un’installazione urbana nel centro di Belluno.


Biblioteca Civica
via Mangiarotti, 3
32100 Ponte nelle Alpi
tel. 043799214
biblioteca@pna.bl.it

31 maggio – 14 giugno 2013

inaugurazione:
venerdì 31 maggio ore 18.00