IMMAGINI DELLA MOSTRA
Polo Bibliotecario Feltrino
"Panfilo
Castaldi"
Feltre
MICROCOSMI POETICI
mostra personale di Alfonso Lentini
a cura di Giovanni Trimeri
20 dicembre 2013 – 20 febbraio 2014
inaugurazione:
venerdì 20 dicembre ore 18.00
Salita Ramponi, 6 Feltre (BL)
Info: tel 0439 885244 -
biblioteca@comune.feltre.bl.it
POESIA OGGETTUALE
(ZRPGDYW)
frammento di tela dipinta ad olio, frammento di libro solidificato, lastra radiografica, alfabeto in plastica, legno recuperato a
Premantura (istria)
«Sotto le mie mani e nella mia pressa meccanica periscono libri preziosi e io non posso impedire questo flusso e corso. Non sono nulla più che un tenero macellaio. I libri mi hanno insegnato il gusto e la gioia della devastazione, io amo i nubifragi e le squadre di demolizione».
(Bohumil
Hrabal, “Una solitudine troppo rumorosa”)
EPIFANIE DEL NON
DETTO
(XQRVKEUB)
EPIFANIE DEL NON
DETTO
Ci sono cose, orizzonti, voragini emotive e concettuali che
la mente non riesce a concepire e la lingua non è in grado di esprimere. Ci
sono cose che non possono essere dette. Eppure l’arte accetta la sfida e fa
costantemente a pugni con il problema dell’indicibilità.
Riflettendo su questo, con alcune nuove poesie oggettuali
esposte in questa mostra, mi sono proposto di dare forma visibile a quel limite
concettuale ed espressivo oltre il quale la mente umana non può andare. Sono le
“epifanie del non detto”, lavori composti da vari materiali di recupero fra i
quali ho inserito forme che fanno pensare a involucri, bozzoli, larve,
contenitori impenetrabili…
EPIFANIE DEL NON
DETTO
(IL SILENZIO DA)
EPIFANIE DEL NON
DETTO (CROCIFISSIONE)
EPIFANIE DEL NON
DETTO (CROCIFISSIONE)
EPIFANIE DEL NON
DETTO (CROCIFISSIONE), particolare
EPIFANIE DEL NON
DETTO (CROCIFISSIONE), particolare
EPIFANIE DEL NON
DETTO (CROCIFISSIONE), particolare
EPIFANIE DEL NON
DETTO (CROCIFISSIONE), particolare
EPIFANIE DEL NON
DETTO
(LA GABBIA DELLE IDEE)
EPIFANIE DEL NON
DETTO
(LA GABBIA DELLE IDEE), particolare
EPIFANIE DEL NON
DETTO
(LA GABBIA DELLE IDEE), particolare
EPIFANIE DEL NON
DETTO
(LA GABBIA DELLE IDEE), particolare
POESIA OGGETTUALE
(SENZA)
materiale di recupero, frammenti di tela dipinta ad olio
POESIA OGGETTUALE
(SENZA)
particolare
POESIA OGGETTUALE
libro solidificato, materiale di recupero,
frammenti di tela dipinta ad olio

POESIA
OGGETTUALE
opere nella bacheca
n. 1
LIBRO D’ARTISTA
LIBRO D’ARTISTA (particolare)
LIBRO D’ARTISTA
LIBRO D’ARTISTA
particolare: collage su foglia solidificata e cristallizzata in resina ipossidica
opere nella bacheca n. 2
ALFABETI DELL'OCCHIO (particolare)
ELEMENTI DI UN’INSTALLAZIONE PER LA MOSTRA
“SCRIVO IL TUO VOLTO”
(a cura di Oronzo Liuzzi, Museo della
Città e del territorio di Corato, Bari)
ALFABETI DELL'OCCHIO (particolare)
ALFABETI DELL'OCCHIO (particolare)
POESIA OGGETTUALE
FOGLIE E LIBRO
SOLIDIFICATI, SCATOLA DI CARTONE
opere nella bacheca
n.3
INSULAE
INSULAE
.jpg)
INSULA
INSULAE
POESIA OGGETTUALE
(frammento di libro solidificato e
fibra di palma prelevata presso Merzouga, Marocco)
POESIA OGGETTUALE
(frammenti di camicia, tela dipinta ad
olio, libro solidificato)
POESIA OGGETTUALE
(CROCIFISSIONE)
opere nella bacheca n.4
POESIA OGGETTUALE
(reliquia)____________________
I microcosmi poetici di ALFONSO LENTINI
Negli
anni '60 del secolo scorso, in particolare, vi sono stati numerosi artisti che
hanno iniziato sistematicamente a "dissacrare il libro", a negarlo
per poi riprogettarlo e ricostruirlo come una summa artistica in cui far confluire la scrittura, il disegno, il
collage, la pittura e l' installazione. L'intento era quello di realizzare
qualcosa di nuovo, nel senso di "altro", di rivoluzionario, di
difficile, ma nello stesso tempo, più intrigante, più evocativo e ricco di
rinvii e significati. Ecco, quindi, un unicum
originale, irripetibile, dove la forma della scrittura, la forma del libro,
in poche parole, la forma artistica più consolidata è divenuta qualcosa di
nuovo rispetto alle sue origini, è andata oltre.
Alfonso
Lentini, con radici artistiche nella lezione di quelle avanguardie, con la
sensibilità di poeta e scrittore che sa mediare tra le varie espressioni
letterarie ed artistiche, mantenendo un fermo rigore nella continua ricerca,
con l'assemblaggio di materiali che già hanno un loro vissuto, objets trouvés poveri, eppure mai banali
o scontati, con la cura cromatica e compositiva e il recupero della
scrittura come frammento visuale
significante (quindi lontano da effetti decorativi...), elabora ed assembla dei
microcosmi poetici del tutto originali. In essi emerge in primis l'equilibrio
con cui l'artista organizza la complessità della sua opera, la convivenza e il
significato di più elementi/frammenti, rigenerando questi ultimi in nuovo
contesto tridimensionale. È la riorganizzazione/ripensamento del vissuto con il
suo insegnamento, l'evocazione della poesia e della pittura assieme, ma è anche
la metafora della stratificazione e della fluidità della nostra vita, la sua
continua mutevolezza, il suo frantumarsi e nuovamente cercare ancoraggi per
ricostruirsi. Questo lavoro rappresenta l'aspirazione a nuovi habitat per emozioni che vanno oltre lo
sguardo fuggevole e testimonia la volontà di creare un universo di persistenza
di ideali forti, dell'arte e della vita, entro il quale deve agire e reagire la
sensibilità di chi guarda l'opera. Di fronte alle installazioni, in cui Lentini
spesso fa convergere più opere, ci troviamo ad entrare in un universo poetico
che, da piccolo museo personale, si
sviluppa in un labirinto costituito da echi del linguaggio, delle forme e dei
colori.
Così
le opere che Alfonso chiama "Insulae" divengono arcipelaghi o
bandiere/emblemi che vento e mare agitano per ricordarci i valori primordiali,
l'essenza del nostro essere uomini, l'aspirazione a cercare un isola che è
sempre un poco più in là. E quest'isola
per Lentini è sicuramente animata da versi recuperati nella memoria e da
brandelli di scrittura, da sonorità trascritte con lacerazioni di colori, da
frammenti materici di una civiltà che si sta dissolvendo e spera nella
composizione della poesia concreta per avere un'imago che la nobiliti.
Nel
lavoro di Alfonso Lentini è fondamentale l'aspetto progettuale e, in esso,
prevale la potenzialità di ciascuna singola opera di porsi come parte di un
progetto ampio. Da qui l'idea di un microcosmo che viene a comporre un
macrocosmo nelle installazioni complesse ed articolate, di cui si diceva sopra.
È una progettualità dettata da assonanze e coincidenze, una tensione continua
scaturita dalla volontà di porre in armonia
elementi significanti e
intriganti.
Le
opere di Lentini vanno oltre la poesia visiva e il libro d'artista in quanto
assommano le caratteristiche di queste espressioni per approdare a lavori che
possiamo definire oggetti poetici, microcosmi di poesia che nobilitano
materiali poveri, frammenti di alfabeti e di scrittura, di arte e di cultura,
lacerti di memoria. Così Lentini circoscrive l'area del suo lavoro artistico
nutrito di solarità mediterranea nei colori e delle frasi mozzate dell'entusiasmo, della foga o
della fatica di vivere, dei resti di quanto il flusso e riflusso del nostro
vivere quotidiano fanno arrivare nel suo studio d'artista. Sono opere di un
tempo di crisi che si rinsaldano nella ferrea concezione dell'arte come
resistenza, come necessità di persistenza a testimoniare l'aspirazione
dell'uomo alla creatività, alla ricerca. E ricerca è anche libertà. Infine,
credo che nell'armonia dell'interazione delle espressioni artistiche che caratterizza
le opere di Alfonso Lentini, dobbiamo leggere l'invito all'armonia tra le
genti, tra le culture e in noi stessi.
Giovanni Trimeri
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