In questo blog intendo offrire una documentazione sulla mia attività nel campo della scrittura e delle arti visive.

Il titolo, La riga delfina, è riferito all'incipit di una mia poesia ("Mio minimo oceano di croci") il cui testo si può leggere in una delle "pagine" qui accanto.


Luminosa signora





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“Una sorta di periplo e ricapitolazione di eroici furori. Lentini sa muoversi con eleganza tra il referenziale e il conativo, assecondando una sorta di ghiribizzo affabulatorio che affonda le sue radici negli autori siciliani eslege, da Pizzuto a Ripellino tanto per intenderci, veri e propri numi tutelari”. (Salvatore Ferlita, “La Repubblica”).

“Direi che ogni libro di Lentini è un incantesimo che ci conduce in una dimensione sospesa dove la realtà si dissolve nel sogno e il sogno nella realtà, i confini sono incerti, la consistenza delle cose si sfarina, come in questo libro succede a una parte della casa, ma soprattutto al linguaggio…” (Eva Di Stefano).

“È proprio in quel silenzio che segue la musica o il rumore e che si carica di significato e di ‘melodia’, che forse intende collocarsi la scrittura di Alfonso Lentini…” (Ilenia Appiciafuoco, “Le Reti di Dedalus”, rivista del Sindacato Nazionale Scrittori).

“Non è un caso se viene chiesto a Venezia di fare da fondale: la città doppia per antonomasia, marmo e acqua ad un tempo solo, è l'ideale scenografia per una storia che usa tutti gli strumenti dell'artigianato simbolistico per alimentare il suo mistero. Ci sono "suonatori di silenzio", padri amati alla follia e finiti nella follia, ci sono macchine per fermare i sogni e, naturalmente, mongolfiere”. (Michela Fregona, Corriere delle Alpi)







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